Dicembre 2016

 

Dopo l’esperienza di una Prius m.y. 2004, Roberto decide di passare anche lui all’ibrido.

La lettura di vari articoli, forum ed esperienze, dimostra che l’autovettura si presenta incredibilmente affidabile, come non si vede dai tempi dei vecchi diesel aspirati Mercedes (quante serie E 250 o 190 diesel hanno lasciato l’Italia per proseguire una carriera ultraventennale come taxi in paesi con meno risorse del nostro).
A questo punto decidiamo per una vettura già abbondantemente utilizzata, per contenere il budget di questo esperimento e eliminare, se possibile, un altro cliché tutto Italiano.

Apro una parentesi: in Italia, una vettura con 150/200.000km, viene considerata a fine vita. Ma non ci fermiamo, visto che le esperienze dicono il contrario, ed andiamo avanti: dopotutto anche la mia precedente Prius, con 175mila km, non aveva il minimo problema di manutenzione o sintomi di empasse. Guidandola non ci si accorgeva del chilometraggio, nemmeno da vibrazioni, rumori o altri dettagli che cominciano a comparire su diesel o mezzi di pari vita.

Quali sono gli obiettivi del progetto?

1) Dimostrare che un’auto con 200 mila chilometri ha ancora molto da dare: l’ammortamento a livello di risorse utilizzate in fase di produzione (energia grigia) può essere meglio sfruttato.

2) Migliorare ulteriormente la sostenibilità ambientare di un’auto già “ecologica” come le ibride.

3) Abbassare la spesa sostenuta per la mobilità convertendo una ibrida a GPL.

 

Il risultato? Eccolo

Prius

Facciamo un paragone con una vettura simile per prestazioni, dimensioni e confort: una Lancia Delta Ecochic (GPL installato dalla casa madre) m.y. 2012.

La Delta era il mio mezzo preferito, tra tutti quelli posseduti, perchè con un prezzo d’acquisto (sull’usato) abordabile, univa tutte le caratteristiche per me più importanti:  impatto ambientale minore della media per una berlina di segmento C, utilizzo di carburante meno pregiato di benzina e gasolio, prestazioni elevate, bassi consumi (ottima la VI lunga per l’uso autostradale), ed un confort eccezionale.

Delta

Ho avuto questa vettura nell’inverno del 2015/2016, e l’utilizzo fatto è stato praticamente il medesimo rispetto a quello attuale della Prius, in quanto i tragitti sono sovrapponibili molto spesso (Asti -Torino, traffico nelle due città…) QUI potrete trovare i parziali e tutti i dettagli specifici.

Saltano subito all’occhio tre indicazioni che a noi interessano parecchio:

  1. Il consumo: per percorrere questi 15 mila chilometri, la Delta ha consumato 403 litri di GPL in più della Prius convertita a GPL, pari a circa +38% (!). Una cifra altissima se, lo ribadisco, consideriamo la pari stazza delle autovetture e condizioni d’uso molto simili.
  2. A livello d’impatto ambientale, la Prius ha risparmiato 660 kg di emissioni di CO2, pari nuovamente al 38% circa, che in un periodo di 4 mesi di utilizzo, è una cifra molto interessante. Per prendere un esempio caro a molti in questo periodo, quello del consumo di carne: “…senza contare quindi le altre emissioni per i trasporti degli animali e della carne, la macellazione, la refrigerazione e la cottura, abbiamo comunque circa 6 kg di CO2 per ogni kg di carne consumata. Dal momento che i carnivori italiani consumano circa 105 kg di carne all’anno, si tratta quindi di oltre 631 kg di emissioni pro capite.” (cit.) Colmato in soli 3 mesi di viaggi, senza lesinare su velocità, tempo, confort o altro.
  3. Il risparmio economico: nonostante il prezzo medio del GPL nettamente superiore, nel periodo rispetto alla Delta, abbiamo risparmiato ancora 200€: in un anno, mantenendo questo chilometraggio, praticamente recuperiamo l’intero costo dell’RCA.

(continua)